Gli insegnanti delle scuole di Foligno incontrano Dante attraverso le discipline dei loro Istituti
di Stefania Meniconi
Anno 1321, settembre. Con ogni probabilità era il 14, o fu forse la notte tra 13 e 14. Precisamente 700 anni fa, quindi, moriva Dante Alighieri, il primo grande poeta della nostra lingua, per cui quest’anno si sono mobilitati enti, associazioni culturali, scuole, e gli uffici cultura dei Comuni di tutta Italia.
Viene però da chiedersi quali siano le motivazioni profonde di tanto accanimento ed entusiasmo. Perché ci affaccendiamo tanto intorno a Dante? Solo per il centenario, per non essere da meno, ora che ovunque si organizzano eventi danteschi, e il grande fiorentino è di gran moda?
Personalmente non lo credo, anzi ho la convinzione che i motivi siano altrove, e siano tutti interni al testo. Al testo della Commedia, intendo. Perché quando cominciamo la lettura, entriamo anche noi nella selva, capiamo fin da subito che quella situazione ci riguarda, che si tratta di un luogo che anche noi abbiamo visitato, che qui, come dicono i miei studenti, “noi siamo a casa nostra.”
Ecco, è proprio questo: la selva oscura è quel luogo doloroso e impenetrabile dove almeno una volta nella vita è inciampato il piede di tutti noi. È il cammin di nostra vita, e con quel “nostra” il poeta ci interroga e ci coinvolge.
Poteva la biblioteca Jacobilli, centro secolare della cultura folignate, sottrarsi alle celebrazioni di quest’anno? Certamente no, e proprio per il grande spessore etico ed esistenziale che anche noi sentiamo ancora vivo nell’opera del poeta.
Anche alla Jacobilli, dunque, in piazza san Giacomo, tra il 21 settembre e il 5 ottobre, in cinque pomeriggi, gli insegnanti delle scuole di Foligno, due per ogni istituto, si confronteranno con l’opera del poeta fiorentino, dandone un’interpretazione inedita, filtrata dagli approcci disciplinari dei diversi indirizzi.
“Perché hai voluto invitare gli insegnanti delle nostre scuole superiori?”, chiediamo all’ideatore dell’iniziativa, professor Antonio Nizzi, direttore della biblioteca:
Perché credo che i nostri professori di lettere, per la lunga esperienza didattica e l’annuale riproposizione del Poeta alle loro classi – sempre mutevoli e nuove per il succedersi delle generazioni degli studenti -, siano le persone più qualificate e aggiornate per parlarci di Dante. Chi altri, se non loro,“costretti” ogni anno migliorare l’approccio alla letteratura per renderla amabile ai loro ragazzi? Credo anche che sia interesse della città ascoltare come oggi si proponga e si studi Dante nelle nostre scuole. Infine, anziché chiamare i docenti a portare le loro classi ad ascoltare iniziative e conferenze che altri propongono alle scuole, credo che sia giunto il momento che gli insegnanti migliori rivendichino anche il loro ruolo attivo di operatori culturali nell’ambito cittadino. Ne guadagnerebbe l’immagine della scuola stessa, oggi distratta da troppe incombenze, per non chiamarle quisquilie. La biblioteca vuole offrire una mano in tal senso.
Abbiamo chiamato la nostra piccola serie di lezioni “Dante attraverso”, perché abbiamo provato a guardare la Commedia tramite le competenze attivate dai nostri istituti, con quello sguardo speciale sul mondo che ogni indirizzo di studi propone, ciascuno nella sua specificità.
Cosa c’è in Dante del mondo greco e latino? E delle discipline tecniche e scientifiche? Può Dante, creatore di mondi e creatore di linguaggi, essere riletto alla luce dei nuovi mezzi espressivi della comunicazione contemporanea? Quanta arte e quale filosofia abita i suoi versi? Che legame c’è tra Foligno e la Commedia?
Venite a scoprirlo insieme a noi a partire dal 21 settembre, alle 17 presso la biblioteca Jacobilli.