Foligno, 19-21 giugno 2008
Presentazione
Nell’ultimo decennio la discussione sull’importanza delle regioni in relazione all’identità italiana è stata al centro del dibattito del nostro Paese, impegnando le forze politiche nella costruzione di scenari istituzionali e soluzioni legislative in merito alla futura fisionomia dell’Italia. Tuttavia, nonostante tali urgenze del presente, molti aspetti del dibattito culturale su questo tema possono essere ulteriormente approfonditi a partire dall’indagine sulle origini delle attuali configurazioni territoriali, alla riflessione sulla storia delle recenti costruzioni regionali e dei processi che hanno portato in passato alla formazione di entità regionali nella nostra penisola e alla costruzione dell’identità italiana.
In particolare risulta interessante un approfondimento delle trasformazioni che si verificano nella costruzione delle identità politiche e istituzionali all’interno del territorio italiano anche sul versante della dimensione sacrale e religiosa. Il “caso” dell’Umbria, identità territoriale che comincia ad essere configurata nella fisionomia attuale tra la fine del XVI e la metà del XVII secolo, è certamente tra i più interessanti grazie all’apporto che a tale processo ha fornito uno dei suoi figli più eruditi, Ludovico Jacobilli, cittadino ed ecclesiastico della città di Foligno, autore della raccolta di Vite de’ santi e de’ beati dell’Umbria (il cui primo volume fu pubblicato a Foligno nel 1647, in concomitanza con la pubblicazione dei primi volumi degli Acta Sanctorum da parte dei Bollandisti) in cui configurò, attraverso l’identificazione e il recupero della eredità culturale e della dimensione religiosa e sacrale, un’identità regionale che non coincideva con istituzioni politiche né religiose.
Il suo non è un caso isolato, sono infatti rintracciabili su tutta la penisola storici ecclesiastici che affrontarono imprese analoghe, seppur difficilmente riuscirono a raggiungere il grado di organicità dimostrato dall’erudito folignate.
A partire dagli ultimi anni del XVI secolo, e con più intensità nel corso dei due secoli successivi, assistiamo ad un fenomeno capillarmente diffuso non solo nell’Europa cattolica, ma anche nei nuovi mondi interessati dall’espansione missionaria: la produzione di opere storiche e agiografiche in cui la configurazione territoriale è fortemente intrecciata con la dimensione storico religiosa. In particolare ci riferiamo alle raccolte agiografiche ormai da molti anni oggetto di una ricca riflessione storiografica fino al recente volume miscellaneo Europa sacra. Raccolte agiografiche e identità politiche in Europa, curato da R. Michetti e S. Boesch Gajano e pubblicato nel 2002. Si tratta di un processo di ridefinizione dei confini di città, diocesi, regioni e Stati che andava di pari passo da una parte con l’affinarsi della scienza cartografica dall’altra con un intenso lavoro di scavo nelle biblioteche e negli archivi, di ricerca archeologica ed epigrafica del patrimonio storico e culturale locale nell’intento di riportare alla luce secoli di storia a lungo obliata. Un recupero del passato, particolarmente importante per l’età medievale, di cui l’odierno ricercatore continua a beneficiare.
L’Italia fu il teatro privilegiato di questo fenomeno storico-letterario: numerose sono le città e le diocesi che in questo periodo vedono ridisegnato il proprio pantheon agiografico e la propria geografia sacra e di conseguenza dissepolto il proprio patrimonio documentale. Dal punto di vista delle rappresentazioni culturali il fenomeno più interessante e innovativo che investe la nostra penisola è però l’elaborazione di raccolte agiografiche a carattere regionale. Un processo inaugurato nel 1593 dalle Vite de’ santi e beati Toscani dal camaldolese Silvano Razzi e che, come si è detto, trova nelle Vite de’ santi e de’ beati dell’Umbria di Ludovico Jacobilli, una delle espressioni più interessanti di creazione, potremmo dire ex novo, di una identità regionale, il cui grado di consapevolezza è misurabile da quel Discorso della Provincia dell’Umbria che l’erudito folignate ha posto a introduzione della sua opera. Altre sono le regioni che trovano in questo periodo una propria codificazione: l’Historia Marsorum di Muzio Febonio (1673), le Vitae Sanctorum Siculorum di Ottavio Gaetani (1657); il Leggendario dei santi Martiri di Calabria del Gualtieri (1630), la Lucania illustrata del Gatta (1723), la Ecclesiae Venetae antiquis monumentis del Corner (1749), solo per citare gli esempi più significativi.
Tali opere possono certamente rivelarsi un osservatorio utile per uno studio dell’origine delle identità regionali e dei processi di formazione culturale e politico-istituzionale che le hanno generate.
Comitato promotore
Dante Cesarini, direttore della biblioteca “Ludovico Jacobilli”, coordinatore
Fabio Bettoni, Università di Perugia
Tommaso Caliò, Università di Roma “Tor Vergata”
Maria Duranti, Università di Perugia
Raimondo Michetti, Università di Roma Tre
Roberto Tavazzi, biblioteca “Ludovico Jacobilli”
Comitato scientifico
Sofia Boesch Gajano, Università di Roma Tre, presidente
Anna Benvenuti, Università di Firenze
Tommaso Caliò, Università di Roma “Tor Vergata”
Rita Chiacchella, Università di Perugia
Vittor Ivo Comparato, Università di Perugia
Maria Duranti, Università di Perugia
Alberto Melelli, Università di Perugia
Raimondo Michetti, Università di Roma Tre
Bruno Pellegrino, Università di Lecce
Mario Sensi, Pontificia Università Lateranense
Segreteria organizzativa
Cesarina Fioretti, Maria Grazia Masci, Leonardo Soli